5 agosto, Los Angeles: la cornetta del telefono alzata e il corpo di Marilyn Monroe steso a letto privo di vita. Oggi è l’anniversario della morte di colei che ha cambiato la concezione della figura femminile, del suo ruolo nella società e della moda di quell’epoca.

“Diamonds are a girl’s best friend”, l’abito con gonna a ruota che svolazza sopra quella celebre grata, la stella sulla Hollywood Walk of Fame: tanti simboli per un’unica donna. Una leggenda che negli anni ha fatto tanto parlare di sé per i suoi amori al vertice, per il suo talento di attrice, per quel neo sopra al labbro e quei capelli biondo platino che curava con tanta precisione.

Credit photo: facciotuttomegliodomani.blogspot.com
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Ma non era solo gonne svolazzanti e sorrisi ammiccanti: Marilyn era più di questo. Era una donna emblematica, assorta nei suoi pensieri e ambizioni, ma soprattutto problematica. E Bert Stern, celebre fotografo di moda, lo aveva detto: dopo svariate copertine di Vogue che ritraevano la bellissima cantante statunitense, dopo quelle infinite giornate passate sul set fra truccatori e costumisti e quell’amore fulmineo sbocciato fra i due, Marilyn ha deciso di abbandonare quel mondo che un po’ iniziava a starle stretto.

La copertina di Vogue con i veli colorati, quelle pose di nudo con il corpo immerso in chilometri di lenzuoli candidi e quelle croci fatte con il pennarello rosso su alcuni scatti di Stern sono entrati nella storia della moda.
Icona di stile, dittatrice di tendenze e rivoluzionaria dell’eleganza femminile, Marilyn Monroe ha fatto scoprire alle donne la sensualità. Quelle famose due gocce di Chanel n.5 che sono entrate nei cuori di tutte le donne del mondo e che, ancora oggi, sono fonte d’ispirazione per molte di noi.

Non resta altro da fare se non ricordarla così, sorridente e nuda: sotto ai veli colorati, coperti dalle croci della sua stessa disapprovazione.