Giorgio Armani ha da poco inaugurato la sua nuova mostra temporanea a Milano, Armani Silos, che vede come protagonisti assoluti i suoi abiti scultorei e le sue creazioni più futuriste. Una mostra sviluppata su tre piani colmi di storia della moda e dell’anima di quello stilista che ha creato la sensualità femminile partendo dal tailleur. Un vero e proprio tripudio di eleganza, sobrietà e raffinatezza intrinsechi di monsieur Armani.

Ogni elemento ha un significato e un peso ben preciso, collocato in un ambiente suggestivo di cui anche il nome è portatore di un messaggio, come spiega lo stilista: “Ho scelto di chiamarlo Silos perché in questo edificio veniva conservato il cibo che è materiale per vivere. Per me, come il cibo, il vestire fa parte della vita”. Un’esposizione dislocata su tutti i piani dell’edificio in cui ogni stanza ha un tema e un’ambientazione rappresentativa della collezione; anni diversi, dal 1980 al 2005, fino ai giorni nostri e una selezione di 600 abiti e 200 accessori.

Al primo piano si assiste al trionfo del colore di Giorgio, il greige, termine coniato dallo stilista che esprime l’unione di grigio e beige, sigillati dal suo tocco creativo. Moda maschile e moda femminile che seguono un continuum immaginario, una storia raccontata attraverso periodi storici differenti e arte sotto forma di abito. Cappotti, tailleur, long dress e ricami preziosi che trasmettono quella sartorialità e qualità tipiche del Made in Italy.

Al secondo piano, invece, si arriva al colore e alle fantasie. Le prime stanze tutte a tema floreale in cui la chiave di lettura è la leggerezza femminile, la visione della donna eterea e perfetta. Si passa poi a colori più cupi come il viola, il nero e il blu per essere poi ricatapultati nel colore vivo e acceso: il rosso fuoco.

Infine, l’ultimo piano sembra quasi voler essere l’estremizzazione della purezza e del candore femminile: long dress tassativamente chiari sui toni del beige, panna e bianco, per un’esplosione di luminosità e bagliore, il tutto arricchito da lavorazioni di tessuto e ricami pregiati che impreziosiscono maggiormente il singolo capo d’abbigliamento.

Ma non finisce qui: l’obiettivo di quest’esposizione, infatti, non è solo quello di far luce sulla genialità artistica di questo stilista, ma anche quello di spiegare la filosofia della maison ed entrare nel profondo della sartorialità del brand. Per questo lo stilista ha pensato di concludere questo percorso con un archivio digitale in cui i visitatori possono sfogliare i cataloghi degli abiti sui touch screen e le descrizioni tecniche delle lavorazioni.

Un viaggio più che un’esposizione in cui il visitatore scopre le sfaccettature della maison e dello stilista stesso, comprendendo fino in fondo che non è solo moda, non passa negli anni e non invecchia; rimane ed emoziona. E si chiama arte.